-PILLOLE di 22-
17- CASINO DEL DEMANIO DI CALVI
LO SAPEVATE CHE...?
Memorabile in Terra di
Lavoro è il Demanio di Calvi della estensione di 1200 moggi circa, esistente
presso l’antico casale di Sparanise, di proprietà dell’università di Calvi e
Sparanise.
Il luogo si prestava ad
ogni specie di caccia ed era la delizia di Ferdinando IV di Borbone, re
cacciatore, il quale invaghito sempre più della bellezza della tenuta,
manifestò il desiderio di volersi censire il demanio, riservando ai cittadini l’uso
civico di legnare e ciò in occasione che nel novembre 1789 andava a finire l’affitto
con S. M. e che le due università volevano sul nuovo un aumento di rendita.
Protestarono i cittadini del tempo e le due università presentarono una supplica al re al fine di evitare la censuazione; ma a nulla valse la supplica, i cittadini stessi stabilirono financo che i Sindaci si portassero personalmente a Caserta per consegnare nelle mani di S. Maestà un ricorso: ma le intenzioni manifestate così solennemente dai cittadini non ebbero alcuna attuazione, perché, con in strumento del 28 settembre 1791 per il notar Portanova della R. Corte, le università addivennero alla censuazione, che fu ratificata in pubblico parlamento delle due università di Calvi e Sparanise con l’intervento di soli 29 cittadini!
Protestarono i cittadini del tempo e le due università presentarono una supplica al re al fine di evitare la censuazione; ma a nulla valse la supplica, i cittadini stessi stabilirono financo che i Sindaci si portassero personalmente a Caserta per consegnare nelle mani di S. Maestà un ricorso: ma le intenzioni manifestate così solennemente dai cittadini non ebbero alcuna attuazione, perché, con in strumento del 28 settembre 1791 per il notar Portanova della R. Corte, le università addivennero alla censuazione, che fu ratificata in pubblico parlamento delle due università di Calvi e Sparanise con l’intervento di soli 29 cittadini!
E così si perdette il
dominio utile della tenuta nonostante che si cercò salvare ciò che si potette,
cioè riservare gli usi civici di legnare nel bosco e il diritto di libero
transito degli animali pel pascolo; si convenne ancora che nel caso Sua Maestà
avesse voluto dimettersi dalla censuazione, il Demanio sarebbe di nuovo
ritornato ai comuni concedenti. Le cose rimasero così fino al 13 settembre 1832,
il demanio divenne un sito vero e proprio di caccia destinato al solo reale
divertimento di S. Maestà che vi costruì un casino bellissimo con ampia strada,
che l’attacca alla consolare Napoli – Roma.
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