22 DOUBLE TWO

sabato 13 aprile 2013

Lo zoo di Napoli deve restare pubblico!

 Lo zoo è vivo e va salvato: deve restare un bene pubblico! Invitiamo tutte le forze sane della società a fare quadrato attorno a questa risorsa eccezionale.
In un colloquio  di Roberto Braibanti col senatore De Cristofaro e con il dr. Enrico Panini, assessore al Lavoro Gestione delle crisi e Politiche di sviluppo, si è registrata una sostanziale corrispondenza di vedute sulla linea di un bioparco pubblico e sulla possibilità di intervenire con fondi europei per finanziare la trasformazione.
Le difficoltà sono apparse quando abbiamo appreso che l'indirizzo di una parte del consiglio comunale, su pressioni della Lav e di Assise Bagnoli,  prendeva in considerazione la chiusura dello zoo ed il trasferimento di animali in altre strutture. Soluzione  sconsigliata da tutti i veterinari della struttura, in quanto pericolosissima per la vita degli animali sia per rischi collegati alle operazioni complesse di trasferimento, sia per problemi di adattamento successivo alle nuove collocazioni. Peraltro questa soluzione e' costosissima.
Solo il trasferimento di UNA tigre in questi giorni costerà più di 15.000 euro e ci auguriamo che la tigre Cleo si adatterà bene nel bioparco di Bologna.


Si rende quindi necessaria la costituzione di un comitato che abbia come obiettivo comune il mantenimento della destinazione pubblica dell'area zoo, con la finalità della trasformazione in un moderno bioparco che salvaguardi le necessità e la dignità degli animali, oltre che i posti di lavoro che ruotano intorno a questo sito strategico per lo sviluppo economico e socio-culturale di Napoli. 

Questa è la determinazione cui noi Orange oggi siamo giunti con Barbara Giardiello e Roberto Braibanti.
Esiste, però, la probabilità di una nuova asta pubblica indetta dal curatore fallimentare dell'area Zoo, che sembrerebbe partire da una base d'asta pari a 0 (zero) euro. Si rischierebbe quindi la dismissione di un' area strategica per lo sviluppo della città a costo zero per chi potrebbe subentrare, senza neanche i vincoli ed obblighi per eventuali compratori di realizzare un bioparco moderno con utilizzo di un budget adeguato e la conferma di tutti i posti di lavoro attuali.
 

Abbiamo inviato una lettera aperta al sindaco per scongiurare la decisione da parte della giunta di chiusura dello zoo e grazie alle tante mail giunte da altre associazioni e sigle sindacali, la giunta non ha preso la decisione sbagliata! Per adesso. Intanto la battaglia continua.

Napoli, 11 aprile 2013

Gent.mo sindaco Luigi de Magistris,
siamo venuti a conoscenza in maniera del tutto casuale della giunta comunale che in giornata si riunirà sull’argomento ZOO ed Edenlandia, decidendo su un eventuale chiusura dello zoo e trasferimento degli animali, e che sono state consultate soltanto un paio di associazioni sull’argomento. In qualità di associazione ambientalista, che peraltro ha partecipato ad assemblee pubbliche sull’argomento non siamo stati ascoltati, come non sono stati ascoltati WWF e Legambiente.
Di recente ci siamo recati allo zoo per verificare lo stato dei luoghi, e conosciamo bene i vincoli esistenti e la necessità di risanare l'area. Ci auguriamo che tutti gli assessori si rechino allo zoo prima di prendere qualsiasi decisione, che potrebbe essere lesiva proprio della vita degli animali.

Si può davvero credere che lo zoo possa essere chiuso come si chiude un qualsiasi dipartimento o struttura pubblica? Ecco, chi pensa che trasferire gli animali in altro luogo sia semplice non conosce questa materia molto delicata e complessa. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto che alcuni animali devono essere sedati per essere trasferiti, che molti muoiono nel trasferimento e che le condizioni degli animali a Napoli, nonostante si tratti di uno zoo anni Quaranta, non sono così terribili come si vuol far credere, per cui è di gran lunga preferibile lasciarli a Napoli, che trasferirli altrove. Forse non tutti sanno ad esempio che gli animali di Napoli hanno fatto figli, mentre in altri bioparchi all'avanguardia li fanno raramente, perché il nostro clima temperato è l'ideale per la loro vita, e perchè il nostro zoo è anche un polmone verde straordinario, in cui le condizioni bio-climatiche sono ottime.

Noi intendiamo sostenere la necessità di trasformare lo zoo in un bioparco, rispettando i vincoli esistenti. Le gabbie possono essere usate come percorsi per i visitatori (loro si, in gabbia), mentre gli animali possono essere lasciati in luoghi più ampi di quelli attuali, purchè in sicurezza. Lo zoo può essere ampliato e sottoposto ad opere di risanamento e restauro delle strutture esistenti, proprio per il benessere degli animali.

Noi stiamo provando a costruire un progetto fattibile con i fondi europei e con una proposta di partenariato in cui il comune di Napoli potrà mostrare la sua capacità progettuale ed innovativa. Noi pensiamo a salvaguardare gli animali, e anche la storia del nostro zoo comunale, un bene comune da valorizzare e salvaguardare.

Gli assessori dovrebbero sapere che nessun bioparco ha accettato di prendere con sé gli animali del nostro zoo, per cui nella proposta di chiudere lo zoo dovrebbero spiegare che fine faranno gli animali: il loro trasferimento potrà significare la loro morte.
Chiediamo di essere consultati insieme a tutte le associazioni cittadine ambientaliste, prima che sia presa qualsiasi decisione.




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