-PILLOLE di 22-
11- I PONTI DELLA VALLE DI MADDALONI:
LO SAPEVATE CHE...?
Ripercorrendo
a grandi linee la storia che precede e riguarda la costruzione della Reggia di
Caserta, si evince come non sia possibile considerare separatamente il Palazzo
Reale, il Parco, l’Acquedotto; le tre parti sono elementi costituenti e
significativi di una unica idea-progetto, strettamente interdipendenti sotto
gli aspetti funzionali.
[…] Pur potendosi considerare, l’acquedotto, all’interno dell’idea-progetto complessiva, un’opera di servizio, essa non venne trattata da Vanvitelli con minori energie, cura ed attenzione né in fase progettuale né in fase costruttiva: dell‘Acquedotto Carolino è evidente il carattere monumentale, oltre che per le dimensioni, soprattutto per gli aspetti ingegneristici che hanno connotato la sua realizzazione e per quelle parti fuori terra (ponti e viadotti) che hanno finito per caratterizzare il paesaggio delle valli che attraversa.
[...] Il Viadotto dei Ponti della Valle, a tre ordini di arcate sovrapposte, è lungo più di cinquecento metri. Forte è la valenza paesaggistica di questa costruzione monumentale che, priva di elementi decorativi, perfetta nelle proporzioni, essenziale nel linguaggio architettonico, irrompe nel paesaggio della valle contrapponendosi all’ambiente naturale con armonia ed equilibrio formale e strutturale. In prossimità del maestoso viadotto, alto quasi sessanta metri, sorsero due mulini ed un opificio per la lavorazione del metallo che sfruttarono la grande energia idrica che si formava dopo un salto di circa sessanta palmi.
[…] Pur potendosi considerare, l’acquedotto, all’interno dell’idea-progetto complessiva, un’opera di servizio, essa non venne trattata da Vanvitelli con minori energie, cura ed attenzione né in fase progettuale né in fase costruttiva: dell‘Acquedotto Carolino è evidente il carattere monumentale, oltre che per le dimensioni, soprattutto per gli aspetti ingegneristici che hanno connotato la sua realizzazione e per quelle parti fuori terra (ponti e viadotti) che hanno finito per caratterizzare il paesaggio delle valli che attraversa.
[...] Il Viadotto dei Ponti della Valle, a tre ordini di arcate sovrapposte, è lungo più di cinquecento metri. Forte è la valenza paesaggistica di questa costruzione monumentale che, priva di elementi decorativi, perfetta nelle proporzioni, essenziale nel linguaggio architettonico, irrompe nel paesaggio della valle contrapponendosi all’ambiente naturale con armonia ed equilibrio formale e strutturale. In prossimità del maestoso viadotto, alto quasi sessanta metri, sorsero due mulini ed un opificio per la lavorazione del metallo che sfruttarono la grande energia idrica che si formava dopo un salto di circa sessanta palmi.
Nel 1795 fu
costruito il mulino detto Superiore e successivamente il re Carlo programmò la
realizzazione sul territorio di due fabbriche per la lavorazione del rame e del
ferro. La produzione del ferro durò fino al 1822 e, con alcune modifiche, lo
stabilimento della raffineria venne poi utilizzato come mulino. La lavorazione
del ferro non si fermò ma continuò in un opificio presso Sant’Agata de’ Goti.
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