22 DOUBLE TWO

giovedì 2 febbraio 2012

San Tammaro e la REGGIA di CARDITELLO

Di: Raffaella Forgione


Racconto una storia incredibile e vera, che non meraviglierà nessuno. Sgombriamo il campo da ogni dubbio: siamo a San Tammaro, terra senza speranze, poco distante dal triangolo della morte Acerra-Nola-Marigliano e dalla terra dei fuochi. Mi sono chiesta più volte perché mi appassiona un luogo infernale, in cui sono sta
te impiantate discariche autorizzate dal commissariato rifiuti e sono stati sversati rifiuti tossici dalla criminalità organizzata, in accordo con industriali del ricco nord-est, e contadini ignoranti compiacenti o minacciati. San Tammaro è anche il comune dell’agro aversano, in cui è stato realizzato un impianto di digestione aerobica, che in base al piano-rifiuti della regione Campania approvato ed emendato il 23 gennaio 2012, dovrebbe andare in funzione entro il giugno 2012 e recepire 30 mila t/a di rifiuti organici differenziati da compostare.
Su queste terre avvelenate lo stato, rappresentato dal commissariato per l’emergenza rifiuti, e l’anti-stato, rappresentato dal clan dei casalesi, hanno concluso affari e portato a termine programmi, in un equilibrio impensabile e nella pace sociale, perché qui in terra di Lavoro, nella Campania felix dipinta da Jansson nel 1660, nessuno ha protestato per gli scempi ambientali, compiuti in nome della santa emergenza rifiuti. Alcuni atti notarili di compravendita ed affitto di terreni tra personaggi in odore di camorra, ed il commissariato rifiuti, recano la stessa data e sono stati stipulati nello stesso studio notarile in cui i contadini hanno venduto le loro terre. Si è stimato che in alcuni casi la camorra abbia ottenuto una somma pari a 22 volte il costo reale dei terreni, acquistati dai contadini, per un giro d’affari multi- milionario, che ha dato vita a ben due filoni d’inchiesta per la magistratura.
Eppure io ricordo luoghi meravigliosi, passeggiate nel verde, boschi e fiori a perdita d’occhio, ed immerso nel silenzio della campagna un palazzo reale.
A 4 kilometri dal centro di San Tammaro sorge, infatti, la reggia realizzata nel 1784 da Ferdinando IV di Borbone, il quale volle affidare la costruzione del palazzo reale all’architetto Francesco Collecini, allievo del Vanvitelli, ed ampliare la reale tenuta di Carditello istituita da Carlo III nel 1744 per allevare cavalli. La reggia che fino al secolo scorso includeva ben 2000 ettari di terreni, è divenuta proprietà del Consorzio di Bonifica del Basso Volturno, un ente regionale che si è indebitato con Banca Intesa (ex Banco di Napoli) ed è fallito, per cui il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha avviato la vendita all’asta del complesso monumentale. La base d’asta era di 25 milioni di euro, ma dopo due sedute in data 20 ottobre e 10 novembre, andate deserte, il prezzo-base d’asta prevista per il 15 marzo, sarà di 15 milioni di euro, e se questa udienza dovesse andare deserta, ve ne sarà un’ennesima il 29 marzo, che porterà un ulteriore ribasso del 25%: la reggia potrà essere acquistata per 10 milioni e mezzo di euro!
Intanto collezionisti e malavita hanno saccheggiato ‘ad arte’ la reggia, facendo asportare pilastrini di balaustre, caminetti, mattonelle, acquasantiere, pedate di marmo, stemmi e corone, nell’indifferenza delle istituzioni e nel silenzio assordante del mondo della cultura. Gli affreschi di Jacob Philip Hackert, gli stucchi e le decorazioni sono portati via dalle infiltrazioni d’acque meteoriche: la memoria storica dei luoghi si sbiadisce. Eppure il ricordo persistente di un connubio perfetto tra architettura e paesaggio è nitido nella mia mente e mi fa sognare la rinascita.
L’associazione non a scopo di lucro Orange Revolution, di cui sono presidente, tramite il gruppo Fb ha promosso una petizione internazionale in 4 lingue (italiano-inglese-francese e spagnolo), chiedendo che la reggia sia salvata dai saccheggi e dall'incuria, restaurata e riaperta al pubblico come museo di se stessa, luogo di esposizioni, raccolte e collezioni d'opere d'arte, che diventi un centro d’eccellenza per lo studio e la sperimentazione di tecnologie da fonti rinnovabili applicate all’agricoltura e che sia organizzato ad hoc un percorso culturale dedicato ai 22 siti e residenze reali borboniche in Campania. Per riuscire a realizzare questo progetto di riuso e restauro, la reggia dovrebbe essere acquisita da una fondazione, ente o associazione non a scopo di lucro, che abbia nel suo statuto la tutela, salvaguardia e valorizzazione dei beni culturali. Potrebbe essere acquisita dalla Fondazione dell'Istituto Banco di Napoli, con sede a Napoli, oppure da una Fondazione non a scopo di lucro collegata al Banco San Paolo - Banca Intesa, che e' creditrice nei confronti dell'ente proprietario.
La camorra e' in attesa dell'asta pubblica, che e' stata indetta per il fallimento dell'ente proprietario, per fare la sua migliore offerta! E tutti dovremmo attivarci per impedirlo, perché San Tammaro non sia la terra senza speranza di Gomorra, il luogo-emblema del saccheggio materiale e spirituale, ma diventi il fulcro della rinascita e del riscatto della nostre terre del sud e dell’Italia tutta.

Per firmare la petizione:

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