22 DOUBLE TWO

domenica 16 febbraio 2014

Pillole di 22: Reale Caccia di Mondragone


-PILLOLE DI 22-
21- REALE CACCIA DI MONDRAGONE
LO SAPEVATE CHE...?



La grande passione per la caccia che nutrirono, sin dalla più giovane età, i sovrani borbonici, e in particolar modo Carlo e Ferdinando IV, li spinse a prender possesso, sia attraverso acquisti che mediante espropri o permute con altri feudi, del maggior numero possibile di boschi e località, ricche di selvaggina, dove praticare l’esercizio venatorio. Entrarono così a far parte del patrimonio reale vaste estensioni di terreno, sparse in ogni parte del Regno che, popolate di animali di diversa specie, furono riservate alle cacce reali. Nel corso degli anni le riserve subirono profonde modificazioni: alcune furono accorpate in altre vicine più grandi, altre furono limitate nei confini, altre ancora furono abolite. Per quanto riguarda Terra di Lavoro, dalla carta topografica delle Reali Cacce disegnata dal cartografo Rizzi-Zannoni, datata 1784, le zone destinate alle cacce dal sovrano risultano così denonminate: Torcino e Mastrati, Mondragone (1), Riserva di carditello, Demanio di Calvi, Reali fagianeria in prossimità di Caserta, Montegrande tra Alvignano e Caiazzo [...].

Terra in provincia di Terra di Lavoro, in diocesi di Carinola […] Mondragone ha esteso territorio, il cui prodotto è vario secondo la natura delle terre.  Il gran Pantano boscoso è riservato per la caccia reale. Colà sono le pagliare (2) del Re: vagamente costrutte, quantunque in luogo palustre, formano delizioso villaggio. In vicinanza è altro circondario destinato alla caccia reale de’ cinghiali.

Il Pantano di Mondragone, con i fondi adiacenti, costituiva un’altra tenuta di caccia dei sovrani. Essa si estendeva sui terreni dei comuni di Mondragone e di Carinola, per i quali la Real Casa pagava annualmente un fitto. Nella zona vi era anche il Bosco della Pineta che, pur essendo di proprietà del marchese di Pescopagano, era riservato alle cacce reali. La selvaggina di queste terre paludose era costituita soprattutto da cinghiali e mallardi.

Dal rapporto stilato nel febbraio nel 1766 da Angelo Palmieri, si apprende che «quelle reali cacce (Mondragone) sono in ottimo stato» e che «i Paesani che meneno a caccia di volatili» sono stati diffidati dall’avvicinarsi alla zona del Pantano.

 
(1) La Reale Caccia di Mondragone si estendeva, presumibilmente, dall'odierno territorio di Falciano del Massico, compresa la zona umida del lago di Falciano, alla zona di Mondragone e Carinola.

Il lago di Falciano, posto alle radici del Monte Massico, era noto come lago di Carinola.
L'attuale assetto idrografico del bacino risale alle bonifiche iniziate dal governo borbonico nel 1839.


(2) Nome dato nell’Italia merid. alle capanne di paglia, o col tetto di paglia, sostenute da un basso muricciolo, a pianta circolare, ovale o quadrangolare (Treccani).

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