22 DOUBLE TWO

domenica 23 febbraio 2014

Pillole di 22: Palazzo Reale di Napoli


-PILLOLE DI 22-
22- PALAZZO REALE DI NAPOLI
LO SAPEVATE CHE...?



E’ stato spesso notato che con l’arrivo di Carlo di Borbone il Palazzo costruito a Napoli da Domenico Fontana nel 1600 per volere del viceré il conte di Lemos e della viceregina Caterina di Zuñica serviva finalmente per dare ospitalità a un sovrano.
[…] Con l’arrivo dei Borbone nel 1734 il Palazzo diventava finalmente ‘Reale’.
[…] Bisognava dare l’aspetto di una vera reggia al Palazzo – in cui non fu trovata «ne pure una sedia» - sia negli arredi che nelle dimensioni, «come esigeva l’elevazione d’una corte ducale a corte regia e a corte regia fastosissima», per usare le parole di Schipa che ha descritto molto bene la situazione: «il palazzo vecchio restava nel suo turpe abbandono e la reggia del Fontana, perfino nell’appartamento riservato al re, mancava di tutto, pur delle cose di più comune necessità. 
«Dato per tanto ordine che si riparasse alla lesta, d’urgenza, alla men peggio, la Regia Camera della Sommaria […] non altrimenti provvide che ricorrendo al Banco di Pietà e all’affarismo dei cittadini privati. […] Così provvisoriamente rifornita e arredata, la reggia di Napoli accolse il giovane sovrano».
Si diede poi inizio a una seria opera di ammodernamento. Mentre si svolgevano i lavori di arredamento e ridecorazione degli interni, iniziati nel 1735 e conclusi nel 1738, l’anno delle nozze di Carlo con Maria Amalia di Sassonia, venivano realizzati anche notevoli interventi di restauro e ampliamento del Palazzo.
Come ha notato P.M. Migliorini «il segnale di un patto tra Corona e popolo è, necessariamente, un nuovo progetto per il Palazzo Reale, cui si giunge solo dopo alcuni anni, ma che è  già in qualche misura anticipato nei suoi contenuti dalla costruzione del Teatro San Carlo nel giardino reale, di fianco al Palazzo Vecchio».



La magnificenza della nuova dinastia era percepita non tanto nelle fabbriche reali che Carlo stava costruendo, quanto nello splendore dei suoi appartamenti, nella preziosità delle collezioni d’arte e del mobilio, nel fasto delle udienze e delle cerimonie pubbliche. […] Tutto questo non era solo il frutto di scelte arbitrarie, dettate semplicemente da orientamenti di gusto, ma anche il risultato di un’accurata politica di corte che, insieme con le altre scelte attuate in quegli anni dal governo, doveva contribuire a creare, attorno a Carlo, un’immagine di regalità “propria”, o , se si vuole, una “identità” regale, necessaria per accreditare nel contesto europeo una dinastia appena fondata.


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