Nel tempio delle Amazzoni. E seguirne il soffio. Entrare.
Il pathos di un rito misterico, celebrazione dell’arcano e prodigioso spirito.
La suadente seta di una veste, l’ondeggiare delle fluide chiome, le voci della
volta celeste, del rutilante vulcano, della terra, dello specchio.
Un ritornello eternamente tronco e l’avvolgente
spirale della chiave di violino Domina,
tra oro e magenta, magnetica.
I turbini cromatici sollevano gli sguardi sul volto gravido di vita,
Amazzone,
stretta nella trama di un segreto, d’un’altra
orbita,
alta sui gorghi vorticanti soffiati dall’onirico pennello.
Amazzone,
di carne tremante e di anima, custodisci, fiera, il
tuo mistero e incidi in un rombo
silenzioso la tua essenza iridescente.
Sacerdotesse, madri, guerriere, sorgenti, note,
riflessi, vampe, impressioni. Sono le amazzoni di Rita Esposito, le sue
baluginanti scintille, le intermittenze del suo cuore, le sue costellazioni di
luce policroma. Epifanie di un’artista.
Non solo.
Le amazzoni sono anime di donna, sagome d’incenso,
riverberi di fragilità e insieme di forza, d’ardore, di passione. Di Donna.
Per metà con un velo, a nascondere, ciascuna, il
suo enigma,
Per metà l’ immanente corpo, di nuda e viva pelle,
a svelare il senso profondo d’ogni cosa, la natura celata dietro ad ogni
inganno.
Le sale delle Terrazze di Castel dell’Ovo, dal 5 al
22 luglio, diventano il tempio delle Amazzoni, sospeso tra la roccia e le onde
di Partenope eppur immerso in una dimensione quasi eterea. Sacrale.
Nella prima sala sette custodi, lo sguardo
impetuoso a penetrare lo spazio, pervadendo l’occhio dell’ospite esterrefatto.
E’ di meraviglia la sensazione iniziale.
Su una scacchiera imbevuta di spirito e divampante
materia, l’amazzone all’ingresso imprigiona i sensi dell’osservatore e li
affida, in un domino di sguardi, ad ognuna delle altre guerriere. Disarma il
febbrile grido di colori sull’immobile esplosione dei volti e il seno sinistro
sfoderato a confessare il coraggio, la fermezza.
Due rampe di scale conducono alla seconda sala.
Quattro figure velate s’incuneano, abbaglianti, nella memoria del Tempo,
sussurrando e tacendo il loro serico segreto. Sono un inno femmineo di fede e voluttà.
Accanto, solitaria e giunonica,
nella terza sala, la maestosa Parthenope e il suo canto avvolgente, nelle forme
armoniose, a travalicare la mente. Protettiva e dispersa nei suoi cerchi
concentrici, libera e condannata dai suoi
caleidoscopici accenti, è la perfetta sintesi dell’odierna Amazone.
À rebours, la terza, la seconda, la prima sala, in un soffio
d’emozione. Catarsi.
Non solo per essere guardate:
le amazzoni sono fatte di suoni, di sapori, di sogni. Cariche di parole, per
essere ascoltate, di intime rivelazioni per essere assaporate. E d’incanto, per
essere immaginate, donne e chimere, imperfette e fiere.
Prima d’uscire l’improvviso
richiamo purpureo da uno spicchio invisibile, Vedi alla voce: amore. E’ l’artista, coperta di fiamma che si stringe
alle sue donne divine ed umane. Come lei.
[…] E tremi per i tuoi / incantesimi
/che sono nelle tue mani
e tu hai un sogno / per ogni estate / un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore / per ogni capello /
ora sei donna / tutto un perdono / e così come vi abita
il pensiero divino / fiorirà in segreto / attorniato / dalla tua grazia.
e tu hai un sogno / per ogni estate / un figlio per ogni pianto
un sospetto d’amore / per ogni capello /
ora sei donna / tutto un perdono / e così come vi abita
il pensiero divino / fiorirà in segreto / attorniato / dalla tua grazia.
AMAZONE – mostra personale di pittura di Rita
Esposito
Sale delle
Terrazze di Castel del'Ovo, 5 - 22 luglio 2012
Orari della mostra: dal lunedì al sabato ore 9.00 - 19.00
Orari della mostra: dal lunedì al sabato ore 9.00 - 19.00
Domenica e
festivi: ore 9.00 - 13.30
Ingresso libero.
Ingresso libero.
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