22 DOUBLE TWO

mercoledì 13 febbraio 2013

Reggia Pubblica: azionariato popolare per la gestione della reggia di Carditello

Orange reEVOlution chiede che il Ministero per i Beni e le Attività Culturali acquisti la reggia di Carditello e si assuma le responsabilità che in tanti anni di degrado la politica non si è mai assunta, né la regione né il Consorzio proprietario del bene, oggi non più credibili.
 


Il nostro movimento promuove una raccolta fondi con azionariato popolare per la gestione della reggia, che deve essere trasparente, aperta, condotta da cittadini e cittadine (clicca qui).

La reggia deve essere utilizzata soltanto per funzioni compatibili con la sua straordinaria monumentalità: esposizioni, mostre, ricerca e sperimentazione in settori innovativi ed eco-compatibili, come le tecnologie da rinnovabile applicate all'agricoltura ed il restauro artistico, convegni e corsi di formazione, rappresentazioni teatrali, percorsi turistici.
Si parte da alcuni punti-base su cui i cittadini "azionisti" devono concordare se vogliono sottoscrivere Reggia Pubblica: struttura sempre aperta al pubblico, usi compatibili con il vincolo monumentale, nessun cittadino o ente “azionista” di maggioranza, un team di professionisti del settore beni culturali al servizio della reggia. Si tratta di una sottoscrizione simile a quella per Servizio Pubblico, non per comprare la reggia, ma per indurre il MIBAC ad acquistarla, come il ministro Ornaghi ha promesso il 20 marzo 2012 ai tg nazionali, e per raccogliere i fondi necessari a gestirla, dal momento che il nodo centrale di un qualsiasi monumento è la gestione. Venaria Reale docet.
Se si costruisce un percorso virtuoso in cui si mette a reddito la reggia a partire dalle opere di restauro di alcune parti "in crollo", che potrebbero diventare un laboratorio di Cantiere di Restauro per neo-laureati o per specializzandi, passando ad esempio per laboratori di sperimentazione sulle tecnologie da rinnovabile, per terminare con l’uso di alcuni ambienti per corsi di formazione, mostre e convegni, sicuramente è possibile recuperare un poco alla volta nel tempo tutta la struttura, cominciando dalle parti già in buone condizioni, da mettere in sicurezza.
Roberto Cervone, ingegnere ed attivista di OR, afferma la necessità di un azionariato della cittadinanza, e quindi dello Stato. I Beni Comuni ai cittadini Italiani, legati ad essi in maniera indissolubile. Nessun governo, nessuna amministrazione deve potersi permettere di vendere, quando non dismettere, beni comuni, tra l'altro per far fronte a loro manifeste incapacità che hanno indotto voragini e lacerazioni nella struttura dello Stato e nella cittadinanza. La vendita dei beni, quelli che molti dei "nostri statisti" propongono (dismissione del patrimonio pubblico) per "risanare l'economia" è non altro che la condanna a morte dello Stato materico.
Come presidente di Orange reEVOlution rimarco la funzione dello stato materico che, testimone di storia ed effigie d’arte, rappresenta beni immateriali d’importanza strategica fondamentale per il futuro risanamento del nostro paese, insomma l’unico patrimonio cui non si può e non si deve rinunciare. I politici per coerenza dovrebbero dismettere se stessi per inadempienza ed incapacità, prima di dismettere una reggia borbonica.
Vincenzo Villarosa, sociologo ed attivista di OR, sottolinea che è evidente che la proposta Orange rompe un disegno o degli equilibri, o tutte e due, ma al tempo stesso propone qualcosa di così alternativo - un bene pubblico da far acquisire alla cittadinanza! - che non poteva essere rimosso e basta e allora... Qualcuno ha pensato bene di "riadattarlo" in chiave associazionistica, per non dire privata, in modo da depotenziare il progetto stesso e renderlo "innocuo"...
ORANGE reEVOLution ribadisce che la reggia di Carditello deve invece continuare ad essere un bene di tutti i cittadini italiani, in nome della nostra costituzione che all’art.9 “tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Raffaella Forgione, presidente ORANGE reEVOLution per Epressonline - la libera informazione flegrea

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