Assemblea pubblica a via Verdi.
Gli Orange alzano il sipario su Eco-Green
Si è tenuta ieri, presso la Sala Nugnes in via Verdi, all'interno del palazzo sede del consiglio comunale, l'assemblea pubblica che ha presentato alla città e alle istituzioni il progetto Eco-Green. L'idea, partorita dalle menti di Raffaella Forgione e dei sui compagni di Orange Revolution, prevede sia una riqualificazione in salsa europea del lungomare di via Caracciolo – ma non solo – che la creazione di nuove attività di business, in grado di garantire decoro urbano e, al contempo, sviluppo economico.
Di Eco-Green e dei punti di cui si compone tale progetto, ci siamo già occupati alcuni giorni fa (clicca qui) e gli interventi dei vari oratori, le foto e i video proiettati in sala, sono serviti a chiarire ulteriormente i contorni della proposta Orange. Essa mira a fornire una cornice all'interno della quale le migliori forze imprenditoriali, pubbliche e private, possano creare sinergie vincenti. Oltre a Raffaella Forgione, presidente Orange, sono intervenuti Domenico Galdiero, architetto – come la Forgione – e membro del comitato scientifico del gruppo, Sandro Bagatti, amministratore delegato della Nashbusinness Ambiente Spa e Antonella Maiorano, tesoriera del gruppo che ha funto da moderatrice. Ad arricchire il dibattito, apertosi anche a domande dell'uditorio, la presenza in platea del capogruppo consiliare di Napoli è Tua, Vittorio Vasquez e dell'assessore alla Mobilità e al Traffico, Anna Donati.
Quest'ultima è intervenuta alla fine della presentazione e ha tracciato il bilancio dell'esperienza in corso con la Ztl, nata per caso in vista dell'America's Cup e rapidamente entrata nel cuore di molti napoletani che, a Pasquetta – con annessa un'entusiastica telefonata notturna del sindaco alla Donati - hanno convinto de Magistris a renderla permanente. Sul progetto Eco-Green, l'assessore non è entrata nel merito ma ha confermato l'orientamento positivo del Comune, al punto che per fine maggio sarà istituita una consulta ad hoc. Donati ha altresì confermato l'esigenza di un progetto a costo zero, data l'esiguità delle risorse a disposizione di Palazzo San Giacomo, invitando ugualmente la cittadinanza attiva e le imprese, a lavorare affinché nuove idee a basso costo, possano rendere ancora più bello il nostro lungomare. "Il lungomare più bello del mondo", secondo tutti gli oratori presenti, che attende solo di essere potenziato e reso maggiormente vivibile e funzionale.
Il progetto è stato spiegato all'attenta platea presente in sala da Raffaella Forgione: "Eco-Green non è un semplice progetto urbanistico ma un modello di riqualificazione fondato sulla democrazia partecipativa. Vogliamo alta qualità nella progettazione e quello che vediamo noi è un lungomare, in cui il rapporto fra cittadini e mare è negato". Il riferimento è alla presenza dell'asfalto tra la Villa Comunale e il lungomare, in luogo del quale gli Orange sognano di impiantare piste ciclabili, orti urbani e luoghi di ritrovo e di ristoro per bambini ed anziani. Idee semplici, come il montaggio di panchine, piuttosto che di sedute su cui prendere il sole, in grado di restituire ai cittadini spazi e occasioni di incontro, con l'obiettivo di riappropriarci della nostra città. "Poche architetture e tanto verde", questa la volontà espressa da Raffaella Forgione, che ha confermato la volontà di indire un concorso internazionale, che attraverso varie fasi porti ad avere tre progetti vincitori. Essi saranno a loro volta vagliati dalla cittadinanza attraverso laboratori di democrazia partecipata a livello dei singoli quartieri, col fine di renderli funzionali alla realtà in cui si andranno a mettere in pratica. A tutto ciò sarà affiancato anche la Consulta, un organo che garantirà trasparenza e informazione ai cittadini.
L'obiettivo degli Orange è quello di dare progetti che, per usare le parole della Forgione: "Abbiano qualcosa di speciale, di unico. Di napoletano". Dunque l'ambizioso obiettivo è quello di fornire un nuovo modello di città, riconoscibile a livello internazionale e in grado di dotarsi di attrazioni che siano in grado di far muovere turisti da tutto il mondo, anche solo per vedere quella specifica zona della città. Sono numerosi i casi nel mondo, sviscerati anche nell'assemblea, di città che hanno sfruttato la presenza di artisti e finanche di vecchi edifici e capannoni industriali, riqualificandoli e rendendoli luoghi unici e osannati dai turisti. Infine, ha chiosato la Forgione, l'idea degli Orange è quella di passare da questa prima fase di progettazione e di raccolta delle idee, a una che sia foriera di risultati e fatti concreti. Il tutto, da raggiungere sfruttando le migliori sinergie possibili fra pubblico e privato.
A completare l'illustrazione è stato Daniele Galdiero, che ha fornito una serie di esempi fotografici di realtà prese a esempio, come Manhattan, per una corretta riqualificazione partendo da quello che si aveva a disposizione. Tuttavia, anche in questo caso, è stata ribadita l'intenzione di creare qualcosa di unico e non certo quella di scimmiottare esempi più o meno fortunati in giro per il mondo. Discorso importante è quello legato ai fondi. A illustrare le linee guida di quelli che saranno i finanziamenti per Eco-Green, ci ha pensato Sandro Bagatti. Bagatti è Ad di una società lombarda che si occupa di efficienza energetica e produzione da fonti rinnovabili, altro punto chiave di un progetto che mira ad essere non solo godibile ma anche produttivo. La natura dei fondi, ha spiegato Bagatti, è di natura quasi del tutto comunitaria. Aderendo a un piano Ue denominato Life Plus – entro il mese di settembre, ma ci saranno proroghe – sarà possibile ottenere tra il 50% all'80% della copertura complessiva delle spese per Eco-Green, fondi slegati anche dalle logiche del Patto di Stabilità.
Tali fondi, che l'Europa metterebbe a disposizione da un fondo creato a questo scopo, ammontano a 2.1 miliardi, di cui 24 milioni per l'Italia. Questa procedura era attivabile già dal 2007 e scadrà nel 2013 e Napoli sarà la prima città italiana a entrare in questo speciale programma europeo, fondato proprio sulle aree urbane che rispettano e tutelano l'ambiente. Nella discussione si sono evocate anche altre aree su cui sarebbe possibile estendere il piano Eco-Green, tra cui quella della ex Dogana. Durante il dibattito seguito all'esposizione del progetto, sollecitata in merito alla procedura e ai tempi che caratterizzeranno l'iter di Eco-Green e sull'idea di Alfredo Romeo di costruire la sua "insula" (clicca qui) Raffaella Forgione ha così replicato: "Per quanto riguarda la procedura, abbiamo presentato il progetto all'assessorato dei Beni Comuni. Realizzare un concorso internazionale per ingegneri, architetti, gruppi o singoli secondo la normativa europea".
Sempre la Forgione ha spiegato che: "Successivamente, i progetti vincitori saranno forniti ai laboratori. Da questi si partirà per giungere al progetto definitivo. Possono venire fuori idee nuove e originali, soprattutto dai professionisti ma anche da chi professionista non è. Questo si intende per sinergia nella progettazione. Il secondo passo è la progettazione esecutiva. Una volta che i laboratori di quartiere o di municipalità hanno fornito le loro indicazioni, si giunge al progetto esecutivo. In altri paesi del mondo queste esperienze sono note, solo da noi sono poco conosciute. Credetemi, è molto più semplice di quello che possiate pensare. I laboratori possono unirsi pur se in diverse municipalità, oltre che collaborare con scuole o altri soggetti sul territorio. Sul lungomare si vuole creare uno spazio misto di verde, servizi e di qualità architettonica lieve e a bassissimo impatto ambientale, meglio se con carattere di temporaneità. Possono venire fuori cose davvero interessanti, fermo restando che occorre sempre rispettare vincoli urbanistici e ambientali".
Spazio poi ai programmi futuri: "E' evidente che il nostro obiettivo è quello di arrivare alla realizzazione. Accanto al progetto partecipativo, che il 30 maggio sarà il tema della Consulta ma per questo aspettiamo la conferma dall'assessorato ai Beni Comuni, saranno poste le basi affinché si possa presentare ufficialmente il progetto e aderire a Life Plus. Sarebbe meraviglioso fare questo passo insieme al Comune di Napoli. Un fatto che, anche con l'apporto dei laboratori sul territorio, darebbe vita nel concreto alla democrazia partecipativa di cui si parla tanto. La Consulta dei Beni Comuni è pronta ad accogliere i progetti di tutti, in nome della vera partecipazione. Sull'insula, dico che il progetto Eco-Green potrebbe attuarsi ovunque, anche nella zona della ex Dogana. Tuttavia anche il porto, fino a San Giovanni, sarebbe una zona perfetta da riqualificare sull'esempio di quanto avvenuto a Manhattan dove hanno reso meravigliosa una zona che, da ex area industriale, è diventata un lungofiume – lì scorre l'Hudson -. A differenza dell'Insula, non è un progetto che si cala dall'alto, bensì un progetto che nasce dal basso e non costa molti soldi fondandosi su verde, viabilità e pochi beni architettonici per di più a natura temporanea. Lo stesso non può dirsi dell'insula che è, dunque, un'idea lontana dalla nostra che, ribadisco, si fonda sulla democrazia partecipativa e sulla tutela ambientale e degli spazi comuni".
Fabrizio Ferrante, articolo del 12 maggio 2012, EpressOnline
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